Vengo da una razza nota per la forza della fantasia e l'ardore della passione. Mi hanno chiamato folle ma non e' ancora chiaro se la follia sia o meno il grado piu' elevato dell'intelletto, se la maggior parte di cio' che e' glorioso, se tutto cio' che e' profondo non nasca da una malattia della mente a spese dell'intelletto in generale. Coloro che sognano di giorno sono consapevoli di molte cose che sfuggono a coloro che sognano solo di notte. Edgar Allan Poe "Eleonora"
Saturday, December 10, 2011
Friday, December 9, 2011
CERCA DI CAPIRE UNA VOLTA PER TUTTE SVEGLIATI (DA VEDERE 1 VOLTA AL GI...
In questi giorni di crisi non e' male cercare di capire meglio come funziona la finanza, questo cartone animato credo ci possa insegnare qualcosa.
Saturday, September 10, 2011
Notizie Bizzarre
Ma che uomo educato!!! Ha chieso anche il permesso...mica e' da tutti...
Tacoma, Wash. Un uomo che aveva chiesto al suo vicino se poteva gettare un corpo nel suo bidone della spazzatura, e' stato arrestato ieri.
E' successo in un appartamento in East 36th Street.
La polizia di Tacoma, nelle vesti del sergente Mark Fulghum, ha dichiarato che non e' chiaro se il vicino abbia dato il permesso o no, ma l'uomo l'ha fatto in ogni modo.
Il corpo e' quello di un sedicenne di Tacoma ucciso con un colpo di pistola alla testa.
La polizia non ha rilasciato al momento altre informazioni.
Friday, September 9, 2011
"Ogni ruga sui nostri volti e' una storia vissuta con coraggio, orgoglio, sorriso, pianto, amore, sono come le parole d'un libro aperto sfogliato dal tempo davanti agli occhi del mondo... "
- Klara Erzsebet Bujtor-
Quando da piccola piangevo perche' non volevo mi togliessero i nodi dai capelli, mia nonna usava dire: bisogna soffrire per belli apparire...
Soffrire un po' forse forse lo posso accettare adesso, ma morire!!!
Una signora di 63 anni dell'Illinois e' morta, pare, da un'infezione causata dalle iniezioni di grasso di manzo che di routine si faceva intorno alla bocca e al mento per togliere le rughe. Quest'ultima volta pero' qualcosa e' andato storto, la donna e' andata all'ospedale accusando bruciore sul viso e poco dopo e' morta.
Il coroner fara' un'autopsia per stabilire la causa della morte.
p.s. L'autopsia ha determinato che la signora e' morta di peritonite, quindi niente a che vedere con le iniezioni che si faceva regolarmente.
Comunque sia...roba da matti, ci sono persone che sono talmente fissate col rimanere giovani che da normali diventano mostri con tutte quelle labbra a luccio, quei visi tirati senza piu' espressione, gli occhi sbarrati etc... Vuoi mettere un bel viso espressivo anche se con rughe!!!
Thursday, March 3, 2011
Sur le Pont Neuf j’ai rencontré…
Sur le Pont Neuf j’ai rencontré
D’où sort cette chanson lointaine
D’une péniche mal ancrée
Ou du métro Samaritaine
Sur le Pont Neuf j’ai rencontré
Sans chien sans canne sans pancarte
Pitié pour les désespérés
Devant qui la foule s’écarte
Sur le Pont Neuf j’ai rencontré
L’ancienne image de moi-même
Qui n’avait d’yeux que pour pleurer
De bouche que pour le blasphème
Sur le Pont Neuf j’ai rencontré
Cette pitoyable apparence
Ce mendiant accaparé
Du seul souci de sa souffrance
Sur le Pont Neuf j’ai rencontré
Fumée aujourd’hui comme alors
Celui que je fus à l’orée
Celui que je fus à l’aurore
Sur le Pont Neuf j’ai rencontré
Semblance d’avant que je naisse
Cet enfant toujours effaré
Le fantôme de ma jeunesse
Sur le Pont Neuf j’ai rencontré
Vingt ans l’empire des mensonges
L’espace d’un miséréré
Ce gamin qui n’était que songes
Sur le Pont Neuf j’ai rencontré
Ce jeune homme et ses bras déserts
Ses lèvres de vent dévorées
Disant les airs qui le grisèrent
Sur le Pont Neuf j’ai rencontré
Baladin du ciel et du coeur
Son front pur et ses goûts outrés
Dans le cri noir des remorqueurs
Sur le Pont Neuf j’ai rencontré
Le joueur qui joua son âme
Comme une colombe égarée
Entre les tours de Notre-Dame
Sur le Pont Neuf j’ai rencontré
Ce spectre de moi qui commence
La ville à l’aval est dorée
A l’amont se meurt la romance
Sur le Pont Neuf j’ai rencontré
Ce pauvre petit mon pareil
Il m’a sur la Seine montré
Au loin les taches de soleil
Sur le Pont Neuf j’ai rencontré
Mon autre au loin ma mascarade
Et dans le jour décoloré
Il m’a dit tout bas Camarade
Sur le Pont Neuf j’ai rencontré
Mon double ignorant et crédule
Et je suis longtemps demeuré
Dans ma propre ombre qui recule
Sur le Pont Neuf j’ai rencontré
Assis à l’usure des pierres
Le refrain que j’ai murmuré
Le reve qui fut ma lumière
Aveugle aveugle rencontré
Passant avec tes regards veufs
Ô mon passé désemparé
Sur le Pont Neuf
Louis Aragon
da dove viene questa canzone remota,
Da una chiatta mal ancorata o dal Métro Samaritaine,
Sul Pont Neuf ho incontrato,
senza cane né bastone né cartello
Pietà per il disperato davanti a cui la folla si scosta,
Sul Pont Neuf ho incontrato,
seduto sulla pietra levigata,
il ritornello che ho mormorato...il sogno che mi ha illuminato"
Tuesday, February 8, 2011
Notizie strane
Man dies when stabbed by bird at cockfight
DELANO
Man dies when stabbed by bird at cockfight
A Kern County man attending a cockfight died after being stabbed in the leg by a bird that had a knife attached to its own limb.
The coroner says 35-year-old Jose Luis Ochoa was declared dead at the hospital about two hours after he suffered the injury in neighboring Tulare County on Jan. 30.
An autopsy last week concluded that Ochoa died of an accidental "sharp force injury" to his right calf.
Sheriff's spokesman Ray Pruitt says it's unclear if a delay in seeking medical attention contributed to Ochoa's death. Tulare officials are investigating, and no arrests were made at the cockfight.
Cockfighting is a sport, illegal in the United States, in which specially bred roosters are put into a ring and encouraged to fight until one is incapacitated or killed.
English to Italian translation
Friday, February 4, 2011
Aspettando la notte....
Ode alla notte
Vieni, Notte antichissima e identica,
Notte Regina nata detronizzata,
Notte internamente uguale al silenzio, Notte
con le stelle, lustrini rapidi
sul tuo vestito frangiato di Infinito.
Vieni vagamente,
vieni lievemente,
vieni sola, solenne, con le mani cadute
lungo i fianchi, vieni
e porta i lontani monti a ridosso degli alberi vicini,
fondi in un campo tuo tutti i campi che vedo,
fai della montagna un solo blocco del tuo corpo,
cancella in essa tutte le differenze che vedo da lontano di giorno,
tutte le strade che la salgono,
tutti i vari alberi che la fanno verde scuro in lontananza,
tutte le case bianche che fumano fra gli alberi
e lascia solo una luce, un'altra luce e un'altra ancora,
nella distanza imprecisa e vagamente perturbatrice,
nella distanza subitamente impossibile da percorrere.
Nostra Signora
delle cose impossibili che cerchiamo invano,
dei sogni che ci visitano al crepuscolo, alla finestra,
dei propositi che ci accarezzano
sulle ampie terrazze degli alberghi cosmopoliti sul mare,
al suono europeo delle musiche e delle voci lontane e vicine,
e che ci dolgono perché sappiamo che mai li realizzeremo.
Vieni e cullaci,
vieni e consolaci,
baciaci silenziosamente sulla fronte,
cosi lievemente sulla fronte che non ci accorgiamo d'essere baciati
se non per una differenza nell'anima
e un vago singulto che parte misericordiosamente
dall'antichissimo di noi
laddove hanno radici quegli alberi di meraviglia
i cui frutti sono i sogni che culliamo e amiamo,
perché li sappiamo senza relazione con ciò che ci può
essere nella vita.
Vieni solennissima,
solennissima e colma
di una nascosta voglia di singhiozzare,
forse perché grande è l'anima e piccola è la vita,
e non tutti i gesti possono uscire dal nostro corpo,
e arriviamo solo fin dove arriva il nostro braccio
e vediamo solo fin dove vede il nostro sguardo.
Vieni, dolorosa,
Mater Dolorosa delle Angosce dei Timidi,
Turris Eburnea delle Tristezze dei Disprezzati,
fresca mano sulla fronte febbricitante degli Umili,
sapore d'acqua di fonte sulle labbra riarse degli Stanchi.
Vieni, dal fondo
dell'orizzonte livido,
vieni e strappami
dal suolo dell'angustia in cui io vegeto,
dal suolo di inquietudine e vita-di-troppo e false sensazioni
dal quale naturalmente sono spuntato.
Coglimi dal mio suolo, margherita trascurata,
e fra erbe alte margherita ombreggiata,
petalo per petalo leggi in me non so quale destino
e sfogliami per il tuo piacere,
per il tuo piacere silenzioso e fresco.
Un petalo di me lancialo verso il Nord,
dove sorgono le città di oggi il cui rumore ho amato come un corpo.
Un altro petalo di me lancialo verso il Sud
dove sono i mari e le avventure che si sognano.
Un altro petalo verso Occidente,
dove brucia incandescente tutto ciò che forse è il futuro,
e ci sono rumori di grandi macchine e grandi deserti rocciosi
dove le anime inselvatichiscono e la morale non arriva.
E l'altro, gli altri, tutti gli altri petali
– oh occulto rintocco di campane a martello nella mia anima! –
affidali all'Oriente,
l'Oriente da cui viene tutto, il giorno e la fede,
l'Oriente pomposo e fanatico e caldo,
l'Oriente eccessivo che io non vedrò mai,
l'Oriente buddhista, bramanico, scintoista,
l'Oriente che è tutto quanto noi non abbiamo,
tutto quanto noi non siamo,
l'Oriente dove – chissà – forse ancor oggi vive Cristo,
dove forse Dio esiste corporalmente imperando su tutto...
Vieni sopra i mari,
sopra i mari maggiori,
sopra il mare dagli orizzonti incerti,
vieni e passa la mano sul suo dorso ferino,
e calmalo misteriosamente,
o domatrice ipnotica delle cose brulicanti!
Vieni, premurosa,
vieni, materna,
in punta di piedi, infermiera antichissima che ti sedesti
al capezzale degli dei delle fedi ormai perdute,
e che vedesti nascere Geova e Giove,
e sorridesti perché per te tutto è falso, salvo la tenebra e il silenzio,
e il grande Spazio Misterioso al di la di essi... Vieni, Notte silenziosa ed estatica,
avvolgi nel tuo mantello leggero
il mio cuore... Serenamente, come una brezza nella sera lenta,
tranquillamente, come un gesto materno che rassicura,
con le stelle che brillano (o Travestita dell'Oltre!),
polvere di oro sui tuoi capelli neri,
e la luna calante, maschera misteriosa sul tuo volto.
Tutti i suoni suonano in un altro modo quando tu giungi
Quando tu entri ogni voce si abbassa
Nessuno ti vede entrare
Nessuno si accorge di quando sei entrata,
se non all'improvviso, nel vedere che tutto si raccoglie,
che tutto perde i contorni e i colori,
e che nel cielo alto, ancora chiaramente azzurro e bianco all'orizzonte,
già falce nitida, o circolo giallastro, o mero diffuso biancore, la luna comincia il suo giorno.
Monday, January 31, 2011
Dediche
Dedico questa poesia agli uomini con cui non sono andata mai a letto]
ai figli mai avuti
alle poesie che nessuno scrisse
Dedico questa poesia alle donne che non amarono i loro figli
a quelle morte negli alberghi
senza nessuno ad abbracciarle
La dedico all’autore degli slogans scritti sui muri con le bombolette spray]
all’uomo e alla donna
al torturato anonimo
quello che neppure il suo nome pronunciò mai
Dedico questa poesia a quelli che gridano di dolore
alle partorienti
a coloro che urlano spaventati nelle stazioni degli autobus
e sotto le volte dei mercati
La dedico ai suicidi
ai poeti
che vivono dimenticati in qualche antologia
a quello che lava i cadaveri
alle donne che vanno a letto con tutti
a quelli che dormono sempre soli
Dedico questa poesia alle madrine
e ai padrini
che fanno all’amore e sono trasformati in pietra
a coloro che si lavano con una bacinella di zucca
il venerdì santo e sono trasformati in pesce
all’uomo che volle essere un avvoltoio
e a quelli che sognano di poter volare
Dedico questa poesia al Signore della Notte stellata
al Pappagallo di Fuoco
al Pianto delle Mosche
alla Pioggia Verde
al Guardiano del Miele
alla Fratellanza dei Fratellini
alla Maschera che Piange
alla Rude Lumaca di Terra
allo Scivolo dei Quattro Angoli
agli Unificatori di Corteccia per il Vino Cerimoniale
La dedico a coloro che suonano il flauto e il tamburo
quando vanno alla fonte a lavare i panni
alla donna che sguazza nelle cascate
e si bagna i capelli con acqua di iris
a quella che allatta il suo piccolo tra le canne
a quelli che cercano l’arcobaleno nella oleosa pozzanghera
ai vogatori che inventano il canto con le braccia
a quelli che lavano la farina di granturco sotto la pioggia
alle donne che trasportano l’acqua nei secchi
e camminano lungo la strada
Alla ragazzina che vede le lucciole
alla ragazzina con la lanterna in mano
ai ragazzini che saltellano con una torcia di stoppie
a quelli che corrono nel fuoco
e sotterrano i loro morti in cucina
cantando fra le macerie
all’uomo che imbroglia la sua stessa morte
nel suo letto di morte
a quello che scende dalle montagne
per non bruciarsi con le stelle
a quello che afferra la mano della morte per ballarci insieme
alle donne che hanno molte nuore
che portano iguane sulla testa
alle ragazze dai capelli ricci che vendono neve ai tropici
ai pescatori di gamberi che avvistano la cometa dell’alba
a quello che si rimbocca le maniche e chiede un’ascia
a quella che vende gnocchi di patate, di mumu e chipilìn
a quelli che tagliano pannocchie tenere e le mangiano nei campi
a quelli che legano la zampa del cane che ruba polli
ai ragazzi – ragazze che uccidono per amore
a quelli che si gettano nella fossa dove si seppellisce un amico
al poeta che non può scendere dal tetto
perché è troppo innamorato
e a quello che fa quello che può
Dedico questa poesia a queli che non frequentano
i caffè o le piscine
né sanno parlare al telefono
a quelli che non entrano in banca
né vanno in televisione
a quelli delle scuole serali
che ricevono lettere d’amore con errori di ortografia
e ai poeti che non cominciarono mai a scrivere
ai camerieri che inghiottono la loro dignità
alle donne in età che lavano i panni altrui
alle donne che non osano dire ciò che pensano
né alzare la voce
o essere felici senza il permesso di un uomo
a quelli che si gettano a terra
e ingoiano la lingua tra la folla
a quelle che dormono con il grembiule addosso
e pensano alle cose da fare
mentre i mariti vengono troppo in fretta
a quelle donne che si svegliano nel buio sotto tetti di palma
e fanno tortillas nelle capanne
a quella donna che si bruciò i capelli
sporcandosi la camicetta di carbone
a quelle che essiccano zucche su tetti di lamiera
e non hanno sedie
Agli uomini che cantano ai loro figli per addormentarli in tsotsil
e hanno le unghie sporche
agli spazzini
a coloro che falciano i prati con un machete
che seminano fichi d’India e mangiano tortilla con sale
al metronotte che lavora anche di giorno
a quella con le pantofole rotte
che rifà cento letti ogni mattina
al vecchio sdentato che vende gomma americana sulla spiaggia
a quelli che viaggiano in piedi verso le piantagioni di cacao
a quelle con le facce nere arse dal fuoco
e le cicatrici del pianto nella loro sordità
Io dedico questa poesia all’uomo incatenato
ai bambini maltrattai
ai figli degli alcolizzati
alle donne che accudiscono i bambini degli altri
ma vedono i propri ogni quindici giorni
a quella che lava i pavimenti della scuola privata
e non sa scrivere il suo nome
alle donne che mangiano alla mensa dell’ospizio
a quelli che dormono attorno al forno di una panetteria
agli uomini che puliscono i bagni pubblici
e spazzano le strade all’alba
alle donne che ballano nei cabaret
e sono stufe
Questa poesia è dedicata all’impastatore di mattoni
morto costruendo la casa di qualcun altro
al poeta con la bocca sigillata per sempre al suo funerale
a coloro che fuggirono di notte
quando la lava seppellì la loro chiesa
ai vicini che tempo fa sotterrarono i loro figli
uno dopo l’altro come gli anni che passano
a quelli che hanno dovuto vendersi i figli
il sangue e il sesso
e a quelli che non hanno più niente da perdere
Dedico questa poesia ai contadini senzatetto
che occupano le terre del padrone
che scavano tunnel sotto le banche
che danno fuoco alla sgranatrice
che non lasciano ombra
e fanno saltare i ponti senza luna
ai tredicenni che vanno alla guerriglia
e conoscono la loro prima donna da fuorilegge
tra i vulcani
Per i due feriti
le ragazze pelate
per l’opossum di Olga
Ai cani bastardi battuti coi bastoni
a quelli nati in paesi
dove la verità è illegale
che hanno preso un altro nome
e da anni non vedono la loro famiglia
a coloro che non hanno mai dormito nello stesso letto
e una fossa comune condividono
Io dedico questa poesia alla madre che cerca suo figlio all’obitorio
fra altre poesie decapitate
che non sa dire quale il suo corpo sia
e dice a ognuno di loro addio con un abbraccio
Ambar Past (Traduzione di Anna Lombardo)
Di discendenza polacca, Ambar Past e' nata nel 1949 negli Stati Uniti e nel 1985 ha preso la cittadinanza messicana. Ha vissuto per anni tra i nativi nelle aree piu' remote del Messico, Nicaragua e Guatemala. Per piu' di 30 anni ha vissuto nel Chiapas dove ha imparato a parlare lo Tzotzil Mayan. Nel 1975 fonda la cooperativa maya tsotsil Taller Lenateros a San Cristóbal de Las Casas. Scrive poesia e racconti.
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Friday, January 28, 2011
Flatulenza mortale
Un ragazzo di 21 anni, Marc Higgins di Bristol in Connecticut, e' accusato di aver mortalmente accoltellato un suo coetaneo e ferito altri tre per una discussione sulle flatulenze. Erano tutti a un party e Marc ha scorreggiato per tutta la serata.
Una ragazza si e' sentita talmente offesa dal suo comportamento che l'ha schiaffeggiato, al che Marc ha lasciato la festa ma e' tornato poco dopo armato di tre coltelli, ha ucciso un ventunenne che l'aveva preso in giro per le puzze e ferito per lo stesso motivo altri due ragazzi e una ragazza.
Mah.......esclusa mia figlia che non ho mai sentito farne una, tutti gli altri componenti della mia famiglia, naturale e acquistata, dovrebbero essere tutti morti.