Friday, February 1, 2008

Lettere di emigrati


Le lettere erano sparpagliate sul pavimento , c'erano anche vecchie fotografie, giornali, riviste etc...
La casa, sulle colline tra Camaiore e Lucca, era stata appena venduta dagli eredi e insieme anche i vecchi ricordi.. Ho raccolto le foto e le lettere e mi sono appropriata di ricordi altrui. Le lettere sono datate dal 1971 al 1983 e chi scrive e' una vecchia signora emigrata alla fine degli anni venti a Chicago. Scrive ai fratelli che ancora vivono nella vecchia casa paterna.

Chicago, 1/2/1971

Cara Clorinda, sento che te e Alfonso state bene ma Giovanni e' il solito e la gamba gli fa ancora male. Io credo che se continua con questo freddo avra' ancora i dolori, le case non sono riscaldate e i dolori vogliono il caldo. Mi ricordo quando venni a C. nel 1968, una mattina mi alzai con un dolore a un braccio da non riuscire a muoverlo. Come farai con l'acqua ora che Giovanni non si puo' muovere? Se penso che a V. hanno l'acqua e a C. no mi viene una rabbia!
Io qui in casa vado all'acquaio e ce l'ho calda e fredda.
Ho sentito che danno meta' raccolto se vai a cogliere le olive. A che punto siamo! Se fossi li' ci andrei anch'io, comviene.
Anch'io ho le pietre al fegato pero' non mi danno noia, mi riguardo nel mangiare, se mi venissero le pene faccio subito l'operazione. Saluti da parte di Bob a tutta la famiglia, ti bacio con tanto affetto,
Maria

21/8

Cara sorella Clorinda, Giovanni come sta? E' sempre all'ospedale oppure a casa? Spero che stia meglio. Fammi sapere anche se la Giulia e' venuta per qualche giorno e se, per il disturbo che ha, ha deciso di farsi l'operazione. Saprai anche te della disgrazia che e' successa allo zio della Teresa; Don Paolo che era parroco a... da tanti anni e' stato ammazzato da un ragazzo di 16 anni.
Tutti i giorni mi faccio di brave passeggiate a mio piacimento. Vado sempre in piazza a vedere la frutta; com'e' bella! Eccome mi garberebbe stare a vendere come facevo una volta da giovane, ora si che qui si farebbero i soldi in poco tempo! E io sempre con la canestra in capo bella pesa a camminare a piedi fino a Camaiore. E te Clorinda dirai: ho cucinato tanto e lavato tanti piatti e pentole, e lustrato tanti pavimenti. Anche te le hai passate le tue piaghe. Per fortuna ora possiamo vivere tranquille la nostra vecchiaia senza piu' tanti affanni. Io qui sto bene anche se sogno sempre di tornare al colletto, ho tutto il necessario e la compagnia non mi manca. Ora ti saluto e ti abbraccio forte .
Maria

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